Nuove tensioni diplomatiche tra Mosca e Kiev all’indomani dell’accordo di Ginevra per il disarmo delle milizie illegali in Ucraina. Per Putin l’opzione militare resta sul tavolo, decine migliaia di soldati russi sono ancora ammassati al confine ucraino. Il timore è che Mosca ripeta quanto fatto in Crimea nelle regioni orientali. Alza la voce il premier ad interim ucraino Arseniy Yatsenyuk: “La Crimea fa parte del territorio ucraino. Le persone di Donetsk, Lepopoli, Ternopil o Luhansk che hanno immobili lì sono state derubate dei loro beni. È nostra la Crimea, è il nostro mare, il nostro territorio Vladimir Putin!’‘.
Nell’Est ucraino prosegue l’operazione contro i separatisti ordinata dal presidente ad interim Olexandr Turchinov. Le forze si concentrano soprattutto a Sloviansk, città della regione di Donetsk da sabato nelle mani delle milizie armate filo-russe. “Sloviansk è ora assediata da tutti i lati. È circondata dai soldati’‘, spiega un residente pro-Russia. ‘‘Noi resteremo qui fino alla fine, così come le persone negli avamposti. Siamo determinati, sappiamo quello che vogliamo. Vogliamo la riforma federalista della costituzione ucraina, chiediamo un referendum.’‘
No all’intesa di Ginevra: i separatisti filorussi di Donetsk non la riconoscono perché, spiegano, “non è stato firmata da loro”. L’obiettivo resta un referendum sull’autonomia.