In questa puntata di The Network ci occupiamo dell’impatto dei social media sulle elezioni per il parlamento europeo. Alcuni eurodeputati ritengono che il merito di un’eventuale vittoria sarà dei loro tweet, blog e delle loro pagine Facebook.
Come può questo campo di battaglia virtuale tradursi stavolta in voti e lottare contro un’affluenza in calo costante?
Il formato breve dei messaggi è più utile ai populisti che attaccano la politica tradizionale? Come si possono semplificare o condensare questioni complesse e le loro soluzioni in 140 caratteri al massimo?
Ne parliamo con Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė, eurodeputato conservatore della Lituania e membro del gruppo dei giovani parlamentari EU40, Nicolas Baygert, ricercatore in social media e professore alla scuola di giornalismo IHECS di Bruxelles, e Andreas Müllerleile, blogger sull’Unione Europea. La sua pagina è kosmopolito.org.
Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė, eurodeputata lituana:
“Credo che in generale i social media non rendano migliore la politica, ma contribuiscano di certo a diffondere meglio i messaggi. Viviamo in un periodo in cui vogliamo consumare velocemente, vogliamo messaggi veloci, vogliamo ottenere le informazioni velocemente, per cui twitter, facebook e gli altri mezzi sono gli strumenti perfetti”.
Nicolas Baygert, scuola di giornalismo IHECS Bruxelles:
“L’effetto di twitter è positivo per quanto riguarda il discorso dell’Unione Europea in generale, in sostanza gli argomenti diventano più facili da comprendere per i cittadini, almeno per coloro che sono attivi su twitter. Ma è importante capire che il pubblico è ancora molto limitato”.
Andreas Müllerleile, blogger:
“Credo che non avrà un grande impatto. E’ soltanto utile agli eurodeputati che hanno investito molto nei loro profili sui social media negli ultimi anni. Molte persone s’informano ancora attraverso la televisione, quindi i social media avranno un ruolo marginale nelle prossime elezioni”.