Le tensioni in Ucraina spingono al rialzo i prezzi del petrolio.
Il Brent, il prezzo di riferimento del greggio di estrazione nord-europea, ha superato la soglia dei 110 dollari al barile, ai massimi da inizio marzo. Stesso discorso per il WTI, il greggio di estrazione statunitense, di poco sotto i 105 dollari al barile.
La forbice tra i due resta comunque ai massimi, a causa dello scetticismo sulla ripresa delle forniture libiche da una parte e di dati sulle riserve americane migliori delle attese dall’altra.
Gli esperti sottolineano, infine, il rallentamento economico della Cina, che costringerà le aziende a frenare la raffinazione e ad aumentare l’export.