In Argentina la svalutazione sta mettendo a dura prova il governo di Cristina Kirchner. Il malcontento è sfociato in uno sciopero generale proclamato da parte delle principali organizzazioni sindacali. Nel paese è in corso la piú imponente mobilitazione contro l’esecutivo dall’arrivo al potere nel 2007 della “presidenta”.
“Aprile – spiega Patricio Giusto, analista – è iniziato con dei negoziati ancora senza intesa di molti contratti collettivi. In 7 province proseguono gli scioperi degli insegnanti. Ora lo sciopero del 10 di aprile ha aperto un nuovo fronte incandescente, cioè il problema delle condizioni sociali”.
I sindacati mobilitati chiedono aumenti salariali del 40% per evitare una perdita del potere d’acquisto. A mettere sul lastrico gli argentini una situazione economica delicata, dove l’inflazione che viaggia al di sopra del 30% si accompagna all’aumento dei servizi di base, tra cui gas e elettricità.