Riesplode la tensione in Ucraina e gli Stati Uniti tornano ad alzare i toni contro la Russia. L’amministrazione Obama e Kiev accusano Mosca di aver pagato i dimostranti nella zona orientale del Paese, dopo che manifestanti e squadre armate filo-russe hanno occupato uffici governativi, dichiarando in alcuni casi la secessione. Gruppi di indipendentisti prendono Donetsk, poi riconquistata dai lealisti. Scontri, rivolte, alcuni feriti. Una situazione che rischia di precipitare, specie dopo l’annessione russa della Crimea.
“Il clima qui in Kharkiv è teso, temiamo un’escalation da parte della Russia. È solo ed esclusivamente puro interesse da parte di Mosca avere di nuovo sotto il suo controllo Kharkiv, Donetsk e Luganks”.
Washington cerca di frenare le mire del Cremlino e chiede al presidente Vladimir Putin di cessare tutti gli sforzi per destabilizzare l’Ucraina. “La Russia, fa presente il Segretario di Stato americano Kerry, è coinvolta in attività separatiste in Ucraina orientale, e questo è davvero inquietante. Non ci devono più essere inganni. Tuttavia abbiamo di fronte una situazione molto simile a quello che abbiamo già assisito con l’intervento militare in Crimea.”
La posta in gioco è molto alta. Gli Stati Uniti minacciano ulteriori sanzioni per Mosca, mentre le nuove autorità di Kiev si dicono disposte a trattare con Putin ma solo sulla crisi in atto e non sulle questioni che riguardano il diritto sovrano del popolo ucraino. Immediata la risposta del ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov che ha rinfacciato agli Usa di rimproverare agli altri le loro stesse abitudini, all’indomani delle accuse da parte della Casa Bianca di orchestrare le manifestazioni filo russe nell’est ucraino.
Intanto è stato smentito, da una fonte filorussa, che nella città di Luganks ci sarebbe un edificio completamente minato. Nessun esplosivo e niente ostaggi come riferito invece dalla parte ucraina. La tensione resta alta e l’ex pasionaria Yulia Timoshenko, chiede alle autorità di Kiev di adottare misure efficaci.