Tanzania: l’acqua che irriga il sapere
La Tanzania è tra i Paesi più poveri al mondo e ogni giorno, secondo i dati dell’Unicef, muoiono in media circa 515 bambini per cause che si potrebbero prevenire e curare. Un terzo di queste morti sono legate a malattie intestinali che dipendono dalla contaminazione dell’acqua e dalla scarsa igiene. L’Unicef ha calcolato che il lavaggio delle mani con il sapone potrebbe ridurre il rischio di diarrea del 47 % e servizi igienici adeguati di almeno il 36 %. L’obiettivo del progetto ‘‘Acqua e igiene nelle scuole’‘ dell’Unicef è quello di promuovere l’accesso sostenibile a impianti idrici e servizi igienici di buona qualità e all’educazione all’igiene in diverse scuole del Paese. I servizi idrici e igienici sono estremamente carenti negli edifici scolastici del Paese e questo mette a rischio il diritto fondamentale dei bambini ad andare a scuola in un ambiente sano. ‘‘Lavarsi le mani è molto importante, soprattutto a scuola, i bambini imparano meglio in un ambiente sano,” spiega John Mfungo che lavora per ‘‘Unicef Tanzania’‘.
India: un cellulare che salva la vita
L’India è il Paese al mondo in cui si verifica il più alto numero di decessi fra i bambini tra 0 a 5 anni. La mortalità infantile colpisce molti neonati nella prima settimana di vita. Tra le cause principali, le scarse condizioni igieniche e l’ingestione di acqua non pulita. Per il 50% degli abitanti del distretto di Mewat, nel nord del Paese a cento chilometri circa dalla capitale Nuova Delhi, il primo centro di assistenza medica dista dai 30 minuti alle tre ore a piedi. Una nuova applicazione telefonica chiamata ‘‘Mira’‘ e sviluppata nel 2009 dall’impresa sociale ‘‘Zmq’‘, accorcia le distanze e salva vite umane. Sul telefono cellulare è possibile avere in tempo reale informazioni per progettare e seguire passo dopo passo una gravidanza, senza uscire di casa. Possibili complicanze prenatali possono essere segnalate agli operatori sanitari che sono pronti a intervenire. ‘‘Il nostro primo obiettivo era quello di progettare una comunicazione mobile di qualità per fare in modo che le persone avessero a portata di mano tutte le informazioni sanitarie necessarie,’‘ spiega Subhi Quraishi, il direttore generale di ‘‘Zmq’‘. Questa applicazione ha ricevuto lo scorso anno il Millenium Alliance Awards.
Guatemala: un medico per l’integrazione sociale
Questa storia arriva dal Guatemala ed è quella di una studentessa di medicina che, ansiosa di lavorare, si è offerta come volontaria in diversi progetti di educazione sanitaria. Si tratta di Ana Karen Fetzer, ha 19 anni e studia medicina. Ha da subito unito la sua passione per la salute e lo studio con quella per il volontariato in una scuola frequentata da ragazzi con sindrome di Down nella sua nativa Città del Guatemala. Si occupa, inoltre, di educare i giovani alle tecniche di primo soccorso. “Mi piace andare all’università. Mi piace impegnarmi e imparare. Amo anche svolgere questa attività perché è quella che mi fa sentire utile. Mi fa essere la persona che sono,” racconta Ana Karen Fetzer de León. Lei fa parte anche della comunità di studenti del programma del WISE, piattaforma sull’educazione superiore, lanciato dal Qatar Foundation.
http://www.wise-qatar.org/content/wise-learners-voice-1