Missione in Australia per il premier malese Najib Razak dopo la sparizione del Boeing, l’8 marzo scorso, con 239 persone a bordo.
Prima tappa una base dell’Aeronautica, punto di partenza delle ricerche, dove Razak ha voluto ringraziare di persona le forze di sette nazioni impegnate nelle operazioni aeronavali di ricognizione, ma si è mostrato poco ottimista.
“Sono consapevole che fin quando non ritroveremo l’aereo molti familiari non potranno elaborare il loro lutto. Non posso immaginare cosa abbiano dovuto subire, ma posso promettere che non ci arrenderemo”.
Sulla stessa linea il primo ministro australiano, Tony Abbott.
“Non possiamo essere sicuri di ottenere risultati nella ricerca dell’aereo, ma possiamo essere certi che non risparmieremo alcuno sforzo e che non avremo tregua fintanto che non avremo fatto tutto ciò che umanamente è possibile”.
L’area di ricerca resta quanto mai estesa e variabile, e finché non saranno avvistate parti del relitto in superficie, sarà impossibile delimitarla per impiegare le tecnologie sottomarine.