Le truppe russe hanno dato l’assalto alla base aerea di Belbek, in Crimea, dove le forze ucraine avevano rifiutato di lasciare il campo.
Scaduto l’ultimatum, i russi hanno sfondato il cancello e sono entrati nella base, ne è nata una scaramuccia nella quale è rimasto ferito un soldato ucraino.
Gli ultimi soldati rimasti si sono trincerati con il comandante in un edificio, e dopo un paio d’ore di resistenza l’ufficiale ucraino ha iniziato a trattare la resa.
Già alla vigilia buona parte della guarnigione aveva preparato i bagagli, sapendo che una resistenza a oltranza non avrebbe avuto nessuna possibilità di successo. Al termine degli scontri, e una volta accettata la resa, i soldati rimasti hanno cantato per l’ultima volta l’inno ucraino e sono usciti. Nel cortile della base stazionano ora i blindati russi, mentre la sicurezza esterna è gestita da milizie cosacche.
Qualche ora prima erano stati circa 200 militanti filo-russi disarmati a prendere d’assalto un’altra base, quella di Novofederovka, sempre in Crimea.
E in giornata si sono svolti i funerali, congiunti, dei due morti di martedì: un militare ucraino e un cosacco filo-russo. Entrambi uccisi, secondo un portavoce militare russo, da un cecchino.