Fanfare sovietiche tirate a lucido, il Presidente russo Vladimir Putin ha affrontato una folla in visibilio in Piazza Rossa dopo il cerimoniale della firma che ieri ha ufficializzato l’annessione della Crimea alla Russia.
Una retorica in perfetto stile sovietico quella del Capo del Cremlino che ha descritto il ritorno della penisola del Mar Nero al tetto di Mosca come l’approdo al porto natale di un figliol prodigo.
“Cari cittadini russi, cittadini della Crimea, residenti di Sebastopoli: dopo un lungo, faticoso cammino la Crimea e Sebastopoli ritornano alla loro casa” ha detto Putin.
A Sinferopoli in Crimea intanto, cul-de-sac dove anche i più giovani sembrano rifarsi a una retorica che copre in un lampo i 1.400 chilometri di distanza da Mosca, regna l’entusiasmo:
“Sono davvero contenta che siamo tornati con la Russia” dice una ragazza “è una gran gioia per tutti noi. Avremo una buona educazione, abbiamo davanti un radioso avvenire. Sono davvero felice”.
“È magnifico, sembra quasi il ritorno dell’Unione Sovietica, sarebbe un sogno” afferma un ragazzo. “Bielorussia, Russia, Ucraina, Alaska. Siamo tutti fratelli, siamo tutti assieme, abbiamo tutti lo stesso sangue”.
A Kiev, che ha richiesto per oggi una nuova riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, si respira un’aria decisamente diversa.
“Voglio che Putin la smetta di prenderci in giro” dice una residente della capitale ucraina. “Voglio che resti in Russia, che si occupi della Russia, che non tocchi il nostro popolo, che non torturi l’Ucraina”.
“Aver fatto votare un referendum sotto la minaccia delle armi ha ricoperto Putin di vergogna davanti agli occhi del mondo intero. Credo che tutta la comunità internazionale taglierà i ponti con lui” sostiene un abitante di Kiev.
La comunità internazionale, leggi Stati Uniti ed Unione Europea, sembra invece lungi dal poter riportare la crisi sul piano del dialogo. Le sanzioni già adottate da Washington sono state appena notate da Mosca, ancora meno le misure restrittive varate da Bruxelles. Sia gli Usa che l’Europa si accingono a nuove iniziative. Ma per la Russia la Crimea, priva di luce ed acqua che vengono da Kiev, è economicamente un pessimo affare: forse l’unica vera sanzione che possa avere un peso per Mosca.