A Sinferopoli, il nostro corrispondente Sergio Cantone ha incontrato Leonid Slutsky, capo della squadra di osservatori russi al referendum. Secondo questo deputato del partito liberal-democratico, nazionalista di destra, la Crimea sarà ricordata come il luogo in cui la Russia “ha messo fine al sogno degli Stati Uniti di creare un mondo unipolare”.
Leonid Slutsky, deputato russo: “Siamo pronti alle critiche che ci saranno mosse a livello internazionale. Abbiamo vissuto la stessa cosa quando abbiamo ristabilito l’ordine costituzionale in Cecenia e quando abbiamo riconosciuto l’indipendenza di Abkhazia e Ossezia del sud. La Crimea si esprime liberamente, in base al diritto all’autodeterminazione”.
Slutsky ribadisce la posizione ufficiale di Mosca che non prende in considerazione un’invasione, ma vuole proteggere i diritti dei russofoni nelle regioni orientali dell’Ucraina: “La Russia sosterrà la pace internazionale e interreligiosa sul territorio della sorella Ucraina. La cosa più importante è che non ci sarà uno spargimento di sangue. Queste regioni devono restare in Ucraina, ma il russo deve essere riconosciuto come lingua regionale come stabilito nel 2012”.
Dopo la destituzione di Yanukovich, il parlamento ucraino ha votato a favore dell’abrogazione della legge del 2012 che riconosce anche il russo come lingua ufficiale in alcune regioni. Ma il presidente Turchinov si è rifiutato di dare il proprio avallo.