Siria: 3 anni di guerra civile. A rischio oltre 5 milioni di bambini

2014-03-14 7

3 anni di guerra e una generazione da salvare. Sono circa 5 milioni e mezzo i bambini colpiti dal conflitto in Siria. Un impatto, come sottoliena l’Unicef, devastante dal punto di vista fisico e psicologico.

Nei campi profughi, che ospitano quasi mezzo milione di bambini siriani, l’educazione è un lusso che in pochi si possono permettere. Ali ha 12 anni, vive in un campo in Giordania, e l’unico suo desiderio è avere una vita normale, felice, come quella dei ragazzini della sua età.

“Prima studiavamo in una scuola pubblica in Siria, racconta Ali, ma poi siamo stati costretti a fuggire fin qui. Ora non studiamo quasi più, perchè non abbiamo la possibilità di farlo. Ma ci piacarebbe tanto avere una buona istruzione”.

La vita nei campi profughi è difficile, fatta di stenti. Ma restare in Siria sarebbe stato troppo pericoloso, come racconta questa madre scappata insieme ai suoi figli.

“Avevo paura specie per loro, dice questa donna. Era impossibile trovare un medico o delle medicine, se si ammalavano. I nostri figli si ammalavano spesso e noi non potevamo nemmeno uscire di casa”.

Secondo un rapporto ONU, in questi tre anni di guerra civile in Siria sono morti oltre 10.000 bambini. Oltre un milione vive sotto assedio in zone dove anche le organizzazioni umanitarie non possono accedere. E proprio in queste aree molto giovani vengono reclutati per combattere.

“Stimiamo che un bambino su dieci in campi profughi lavora per aiutare la famiglia, racconta Ted Chaiban, Direttore Emergenze Umanitarie dell’Unicef. Ci sono anche casi di matrimoni precoci, una pratica diffusa anche prima in Siria, ma ora in forte aumento. Le conseguenze sono pesanti. L’impatto psicologico della violenza di questo conflitto sui bambini li sta facendo crescere troppo velocemente rispetto alla loro età. Ecco perchè noi ci teniamo a ribadire quanto sia fondamentale una corretta educazione.”

Le agenzie umanitarie da tempo si stanno occupando di molti di questi campi profughi, portando cibo, medicine, aprendo piccole scuole, ma l’istruzione resta precaria. Mancano i finanziamenti. Molti bambini vivono con le loro famiglie tra le macerie e lottano ogni giorno per sopravvivere. Una situazione tragica che potrebbe anche peggiorare.