Crimea: "Russia è vista come unica forza capace di ristabilire l'ordine"

2014-03-13 37

“Torniamo a casa” è lo slogan della campagna referendaria del comitato favorevole all’adesione alla Federazione russa.

Le commissioni elettorali hanno cominciato a lavorare in Crimea. Si utilizzano le liste del 2012, perché il ministero della giustizia di Kiev ha bloccato l’accesso al database dei residenti e – come confermato da euronews – non saranno presenti gli osservatori internazionali.

Simona Volta, euronews: In collegamento da Simferopoli, in Crimea, l’inviato di euronews, Sergio Cantone. Il referendum di domenica si avvicina, che aria si respira in città?

Sergio Cantone, euronews: C‘è una relativa calma. Ormai c‘è la certezza che l’esito del referendum sia scontato. Non c‘è grande tensione, chi è contro la scissione dall’Ucraina ha deciso – nella stragrande maggioranza – di non andare a votare. Una forma di boicottaggio che spalanca le porte alla vittoria in massa del sì alla scissione.

Simona Volta: In Crimea, in tanti accusano i leader di Maidan di essere dei fascisti. Come è visto, invece, il governo russo?

Sergio Cantone: Il regime politico attuale in Russia è visto come un potere capace di ristabilire un certo ordine in quello che fu lo spazio dell’Unione Sovietica. È visto come il legittimo erede dell’Unione Sovietica.

Simona Volta: I cittadini della Crimea non temono che le sanzioni che potrebbero arrivare dalla comunità internazionale possano pesare sull’economia della Crimea?

Sergio Cantone: Non lo temono. Non è la principale preoccupazione. Sono convinti che il motore economico della Crimea sia il turismo, oltretutto un turismo legato al mercato russo e bielorusso e non tanto dall’Europa Occidentale o dagli Stati Uniti.

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