Alcuni detriti e diverse scie di greggio. È tutto quel che le autorità malesi hanno per ora rintracciato a ormai 3 giorni dalla scomparsa del volo della Malaysia Airlines nelle acque a Sud del Vietnam. E più le ore passano più l’incidente evoca altri episodi di scomparsa di voli di linea in fase di crociera: rinvenire resti dell’aereo determinanti a comprendere l’accaduto potrebbe diventare una questione di settimane se non di mesi.
“Abbiamo impiegato 34 velivoli, 40 imbarcazioni, centinaia di uomini per le ricerche. Tra i Paesi che ci assistono ci sono il Vietman, la Cina, Singapore, Indonesia, Stati Uniti, Thailandia, Australia e Filippine” ha detto in conferenza stampa il responsabile dell’aviazione civile della Malesia Azharuddin Abdul Rahman ad indicare che nessuno sforzo è risparmiato.
La difficoltà di ritrovare detriti del Boeing 777-200 avvalora l’ipotesi che l’aereo si sia disintegrato a 35.000 piedi di altezza, cancellando in un lampo la vita delle 239 persone a bordo.
D’altro canto i passaporti rubati dell’italiano Luigi Maraldi e dell’austriaco Kozel che figuravano nella lista passeggeri non è necessariamente una convalida dell’ipotesi attentato, vista la frequenza con cui i documenti rubati vengono rivenduti nel Sud-Est asiatico.