Riconoscere le nuove autorità filo-russe di Crimea, deporre le armi e lasciare le basi militari. Sarebbero queste le condizioni dell’ultimatum che i paramilitari russi hanno imposto in Crimea alle truppe di Kiev. Una notizia che tuttavia la stessa flotta russa del Mar Nero definisce infondata. Quello che invece è certo è che le forze armate ucraine in Crimea sono asserragliate nelle basi militari, circondate dai soldati russi.
Intanto il silenzio del Presidente russo Vladimir Putin pesa come il piombo e contribuisce a spaccare l’Ucraina. L’Est del Paese in primo luogo. A Odessa circa 700 dimostranti filo-russi hanno invaso il Consiglio regionale ma le autorità locali hanno rifiutato di indire un referendum sull’autonomia. Il tutto mentre ieri alcune migliaia di persone, nella stessa città portuale, erano scese in piazza a sostegno del governo di Kiev.
Situazione meno sfumata a Donetsk dove le manifestazioni in favore del Cremlino sono più massicce. Intanto le autorità filo-russe di Crimea sarebbero pronte a tagliare acqua corrente ed elettricità ai militari ucraini che si rifiuteranno di riconoscere il loro potere.