Mentre in Crimea continuano a sbarcare soldati, un fronte tra Russia e Ucraina si è già aperto: è la “guerra del gas” e rischia di causare danni collaterali anche in Europa.
Nel weekend il gigante statale russo Gazprom ha sparato il colpo d’avvertimento, annunciando che potrebbe ritirare gli sconti concessi a Kiev a dicembre.
I prezzi potrebbero dunque impennarsi a inizio aprile, mettendo in ginocchio l’Ucraina che importa oltre il 70% del metano dalla Russia.
Un vero conflitto, poi, colpirebbe le forniture russe che transitano in Europa attraverso l’Ucraina, anche se gli analisti sottolineano come l’inverno mite e la presenza del nuovo gasdotto sotto il mar Baltico abbiano attenuato la dipendenza da Mosca.
A livello commerciale non sarebbe la prima volta che una braccio di ferro tra Ucraina e Russia causa uno stop delle erogazioni nel Vecchio Continente. Era già successo nel 2006 e nel 2009.
Ma il gas è un arma a doppio taglio e, in caso di sanzioni, la Russia perderebbe il suo partner migliore: più di un terzo delle vendite di Gazprom sono proprio all’Europa.