A Sinferopoli il parlamento è circondato da militari, probabilmente russi. Armati di kalashnikov e mitragliatrici, evitano il contatto con la popolazione, mentre gruppi di autodifesa filo-Mosca gestiscono l’ordine pubblico.
Tra la popolazione a maggioranza russa difficile stabilire se sia davvero radicata l’idea di una secessione.
“Per me è importante che qui venga mantenuta la pace, non c‘è differenza tra l’essere in Russia o in Ucraina. La cosa più importante è che non ci facciano pressione. Visto che alcuni politici dicono che la lingua russa non è la lingua ufficiale della Crimea e che dovremmo parlarla solo a casa nostra. Ma ciò non avverrà mai. Ecco perché le persone protestano”
“Anche se ci sono alcune persone armate, queste non hanno l’obiettivo di spargere sangue. Il punto è che solo chi è forte può combattere per i propri diritti. Non c‘è altro modo per noi, visto che a Kiev adesso c ‘è un potere illegittimo”.
C‘è chi sfoggia apertamente la sua preferenza per il vicino russo. Tra la folla nasce anche una disputa. Un filo russo indossa il nastro dell’Ordine di San Giorgio, un ordine cavalleresco della Federazione Russa, il suo intelocutore lo rimprovera.
“Non devi indossarlo”
“E’ un simbolo di libertà”
“Di quale libertà stai parlando? Sono del tutto contrario a questi assembramenti. Qui in Crimea, c‘è un governo che potrebbe prendere le decisioni giuste. Ma invece è il governo a mandare qui queste persone o a nominare chi gli pare. A Kiev invece le persone si sono sollevate di loro spontanea volontà, quindi quello che accade qui è del tutto diverso”.
Sergio Cantone, euronews:
“La popolazione pro-russa locale sta dimostrando un grande entusiasmo per quanto riguarda la presenza di queste truppe non ancora esattamente identificate. Comunque tutto si inserisce nel grande gioco tra Kiev e Mosca, soprattutto dopo il cambio di governo a Kiev”.