Centinaia di russofoni protestano contro la rivoluzione ucraina a Simferopoli, in Crimea.
Ore prima una trentina di persone armate avevano fatto irruzione nel parlamento regionale, tolto dal pennone la bandiera ucraina e issato il tricolore russo. Costretto i deputati a rientrare, sottratto loro i telefoni e comunicato all’esterno di aver indetto un referendum il 25 maggio per decidere il destino della Crimea.
Dice una giovane: “Sono per l’indipendenza e contro il fascismo. Non è giusto che delle minoranze decidano per noi, non abbiamo eletto né Yatseniuk né Turchinov”.
“Credo dovremmo tenere un referendum adesso. Dovremmo decidere adesso e non fra due mesi, non ha senso”, aggiunge un ragazzo.
Fra due mesi sono state indotte le elezioni presidenziali e ormai quello che accade in Crimea sembra una partita fra Kiev e Mosca.
“Dopo questo referendum che dovrebbe garantire più autonomia alla Crimea questa sembra essere diventata una partita a scacchi. Mosca ha fatto la sua mossa. Adesso si attende la risposta del neoesecutivo a Kiev”.