E’ tornato a casa il naufrago salvadoregno che racconta di essere scampato a un’odissea di tredici mesi in mare. Su una sedia a rotelle, incapace di proferire parola davanti ai microfoni tesi, Jose Salvador Alavrenga è apparso quanto mai provato al suo arrivo all’aereoporto di San Salvador, dove lo ha accolto il ministro degli Esteri.
Secondo la sua versione, avrebbe percorso oltre 12.500 chilometri alla deriva nell’Oceano Pacifico: strappato da una tempesta al largo delle coste del Messico, dove era salpato a caccia di squali, è stato ritrovato in uno sperduto atollo corallino nelle isole Marshal.
La sua famiglia, che lo credeva ormai morto, ha finalmente potuto riabbracciarlo. Poi il naufrago, che dice di essere sopravvissuto bevendo sangue di tartaruga e nutrendosi della carne cruda di uccelli e pesci catturati a mani nude, è stato trasferito in ospedale per essere sottoposto a controlli.
Per saperne di più su un’avventura che ha ancora molti punti oscuri, bisognerà attendere che recuperi le forze.