È stata una giornata elettorale pacifica in Thailandia, e l’assenza di disordini gravi ha persino sorpreso, in considerazione di quanto avvenuto fino alla vigilia.
La principale opposizione ha messo in pratica l’annunciato boicottaggio, ed è riuscita a bloccare un buon numero di seggi elettorali a Bangkok e nel sud.
Saranno probabilmente necessarie elezioni suppletive, prima di poter avviare legalmente la nuova legislatura.
“Nel Paese ci sono 93.952 seggi elettorali – ricorda la Commissione elettorale centrale -, in 83.813 si è potuto votare. Cioè l’89,2% del totale”.
L’opposizione ha deciso il boicottaggio in risposta al rifiuto del governo di rinviare il voto e procedere ad una serie di riforme. La premier, Yingluck Shinawatra, sorella del milionario Taksin, a sua volta ex-premier ma oggi in esilio, cerca invece dal voto una nuova legittimazione.
Settimane di proteste nella capitale non hanno intaccato il consenso del quale gode la famiglia Shinawatra nelle aree rurali, soprattutto nel Nord. Ed è il voto di queste regioni, agevolato dal sistema elettorale attuale, a generare quello che l’opposizione definisce “il sistema Shinawatra”.
Tra gli incidenti della giornata anche il tentativo di un nutrito gruppo di persone di sfondare il cordone di polizia a un seggio elettorale: di fronte all’assedio dei manifestanti dell’opposizione, gli agenti l’avevano chiuso, per ragioni di sicurezza. Ma quelli che volevano votare hanno accusato la polizia di essere dalla parte dell’opposizione.