Situazione in piena ebollizione in Ucraina. Mentre in parlamento si dibatte sull’amnistia ai manifestanti richiesta dall’opposizione, entrano in gioco, per cercare di placare gli animi, persino figure storiche del paese come Leonid Kravtchouk, primo presidente dell’Ucraina indipendente nel 1991, che ha parlato dinanzi ai deputati. Un fatto mai accaduto. Questo mentre il premier Mykola Azarov passava ufficialmente la mano al suo vice, Sergyi Arbusov.
Teoricamente non ci dovrebbero essere cambi di rotta significativi nel governo, ma su qualsiasi cambio pende la spada di Damocle del prestito a Kiev di 15 miliardi di dollari da parte di Mosca. Putin ha detto che non ci saranno tentennamenti, ma il ministro russo dell’economia Ulyukayev è stato meno possibilista. La Russia guarda a Kiev e reagirà di conseguenza.
Sembrano emergere crepe anche nell’opposizione. La maggioranza in parlamento, per votare l’amnistia, pretende che si liberino le sedi istituzionali occupate dai manifestanti.
Alcune frange di essi hanno quindi sgomberato con le cattive il ministero dell’agricoltura occupato. Provocando anche un certo malumore fra chi con la maggioranza che sostiene Yanukovitch non vuole nemmeno parlare.