Sgomberato a Kiev il ministero della giustizia, ma questo non calma la situazione. La minaccia del ministro che aveva paventato lo stato d’emergenza se il suo dicastero non fosse stato liberato pacificamente, ha sortito l’effetto sperato: i manifestanti antigovernativi del movimento radicale ‘Splina Sprava’ (causa comune), che avevano occupato la struttura sono andati via. Ma la tensione resta alta dopo che l’ex premier Iulia Timoshenko invita dal carcere i leader dell’opposizione a non accettare le condizioni “umilianti” proposte dal governo del presidente Viktor Ianukovich per mettere fine alla crisi politica.
Le parole di un deputato dell’opposizione lo confermano: “L’edificio è stato liberato, ma resta controllato dall’esterno. I manifestanti che erano al suo interno ne sono usciti senza opporre resistenza”.
“Vogliamo evitare ogni provocazione dei governativi e proteggere gli archivi al suo interno”, dice un giovane. “Sappiamo che è proprio questo che vogliono il ministro e il governo. Una scusa per imporre lo stato d’emergenza”.
Il rischio è proprio che si approfitti dei disordini per bruciare anche archivi e documenti imbarazzanti per alcuni attori politici, sia vicini al presidente che all’opposizione.
Il ministro della giustizia era stata chiara: “Se non si libera subito il ministero chiederò lo stato d’emergenza”.
Adesso tutti attendono i risultati della sessione straordinaria del parlamento, questo martedì, per sapere cosa accadrà. L’opposizione avrebbe rifiutato le profferte del presidente di premierato e vicepremier. La gente invece ha celebrato domenica il manifestante morto, presumibilmente ucciso dalla polizia. Al grido di “eroe, eroe” è stato salutato il passaggio della salma di Mikhail Zhiznevski. La cerimonia si è svolta nella cattedrale di San Michele nel giorno in cui il giovane, di nazionalità bielorussa, avrebbe compiuto 26 anni.