Si terranno entro tre mesi, prima delle legislative le elezioni presidenziali in Egitto. L’annuncio del presidente ad interim Adly Mansour spiana la strada alla potenziale elezione del capo dell’esercito Abdel Fattah al-Sisi.
Si tratta di un cambiamento rispetto alla tabella di marcia per completare la transizione democratica promessa dopo la deposizione lo scorso luglio del presidente islamista Mohamed Morsi da parte dei militari.
“Credo che il Paese abbia bisogno di un Presidente forte, più di quanto abbia bisogno di un Parlamento o deputati – dice un residente de Il Cairo. Credo che sia una buona decisione”.
“Non è accettabile anticipare le elezioni presidenziali – sostiene un altro residente -. A cosa è servita allora la rivoluzione? Prima di tutto dovrebbe venire il Parlamento, poi la presidenza. Non possiamo accettare di tornare a una dittatura. Le elezioni legislative devono venire prima, perché è il Parlamento che rappresenta il popolo”.
L’annuncio è arrivato nel contesto delle violenze che in tutto l’Egitto hanno segnato il terzo anniversario della caduta di Hosni Mubarak. Negli scontri tra i sostenitori delle nuove autorità egiziane e i sostenitori di Morsi sono morte decine di persone.