All'Aja si apre processo contro assassini ex premier libanese Hariri

2014-01-16 10

Nove anni dopo l’attentato che uccise il premier libanese Rafik Hariri si apre questo giovedì, all’Aja, il processo contro i suoi presunti attentatori. Era il 14 febbraio 2005 quando due tonnellate di tritolo fecero tremare il centro di Beirut uccidendo anche 22 persone e provocando una guerra ancora più violenta fra sunniti e sciiti.

Alla sbarra, in contumacia, finiranno cinque membri di Hezbollah, il partito armato sciita di Beirut alleato dell’Iran e del regime siriano di Bashar al Assad. Hezbollah ha però rifiutato di consegnare i suoi membri non riconoscendo l’autorità del tribunale. Due dei sospetti avevano cercato di far ricadere le colpe su di un inesistente gruppo armato.

Il processo sarà una specie di ibrido fra diritto libanese e diritto internazionale nell cui efficacia alcuni come un’avvocata per i diritti civili non credono: “Sappiamo che gli assassini politici esistono e ci saranno sempre e non credo che finiranno con questo processo”.

Il figlio di Rafik Hariri, Saad, vive in esilio fra gli emirati arabi e l’Europa per timore di essere ucciso e guida il blocco sunnita libanese «14 marzo». Il Libano continua ad affrontare una fase di instabilità con le pressioni israeliane da un lato, la guerra siriana dall’altro e le tensioni interreligiose al suo interno.

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