Morti e feriti in Egitto sin dalle prime ore di voto per il referendum costituzionale: almeno otto i morti tra Sohag, Beni Suef e Giza. Si tratta di manifestanti, supporter del deposto presidente Morsi, che tentavano di impedire l’accesso ai seggi elettorali. Al Cairo, dove i seggi sono sorvegliati da agenti in assetto anti-sommossa ed elicotteri, la situazione era relativamente più tranquilla:
“Se ci sono degli articoli che avranno bisogno di essere emendati potranno essere corretti – concede un’elettrice – ma in termini generali è una buona Costituzione. Non è perfetta, non c‘è niente di perfetto a questo mondo, ma è un buon inizio”.
Il Ministero degli Interni ha messo in campo le forze speciali, con l’ordine di sparare contro chiunque tenti di “aggredire gli elettori”, ha fatto sapere la TV pubblica.
Nonostante tutto, però, c‘è chi vede un futuro positivo:
“Siamo ottimisti, quanto al risultato: ci sono molte persone che vengono a votare, si vede che ci sono molte persone interessate, compresi molti anziani che si sono mossi per venire a votare”.
L’esito del voto è scontato, ci si aspetta un trionfo del “sì”: la vera sfida è quella dell’affluenza alle urne, visto il boicottaggio deciso dai Fratelli Musulmani, per protesta contro il colpo di Stato con cui i militari deposero il presidente Morsi e cancellarono la Costituzione voluta proprio dai Fratelli Musulmani e fatta a sua volta approvare per via referendaria.
Anche il corrispondente di euronews al Cairo dà per scontato il “sì” alla Costituzione., ma avverte: “la vera scommessa risiede nell’implementazione della nuova Carta fondamentale, soprattutto per quanto riguarda i diritti umani. Altrimenti la Costituzione rischia di rimanere solo un pezzo di carta”.