Ariel Sharon è stato sepolto nel suo Ranch dei Sicomori, nel
deserto del Neghev, a pochi chilometri in linea d’aria da Gaza. L’inumazione, avvenuta sulla collina degli Anemoni, è stata l’ultimo atto di una lunga cerimonia iniziata in mattinata davanti alla Knesset,
il parlamento israeliano di Gerusalemme.
A pronounciare l’elogio funebre, il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano Beny Gantz che ha ricordato il ruolo svolto dal generale scomparso nella storia d’Israele: “Anch’io oggi sono venuto qui per salutarti. Come capo di Stato maggiore, come combattente, come comandante a Tsaal, sono venuto a dirti che l’esercito che protegge il popolo e che ti era così caro, continuerà a esistere a tua immagine e somiglianza, ancora per molti anni”.
I due figli di Sharon Omri e Gilad, hanno preso la parola per ricordare il padre. Il primo prendendo in prestito le parole del poeta Pablo Neruda. Il minore ripercorrendo alcuni dei momenti salienti della vita del padre: “Si è detto che non era possibile superare il terrorismo palestinese di quest’ultimo decennio. Ma tu hai deciso di realizzare la barriera di sicurezza e hai stabilito l’ordine che si è mantenuto fino ai giorni nostri. Volta dopo volta hai trasformato l’impossibile in realtà È così che si formano le leggende.
È così che si forma l’unità di un popolo”.
Ad assistere alla cerimonia circa 600 invitati tra cui le massime cariche dello Stato israeliano, il vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden e l’inviato del quartetto per il Medioriente Tony Blair. La salma
è stata tumulata accanto a quella della seconda moglie dell’ex premier, Lily.