Quasi 15 mila tra poliziotti e soldati sono schierati a Bangkok in attesa della manifestazione organizzata questo lunedì dall’opposizione.
L’obiettivo pacifico delle forze anti-governative thailandesi è quello di “paralizzare la capitale”, provocare il caos e favorire l’intervento dell’esercito. Dal 1932, le forze armate hanno organizzato 18 colpi di Stato e considerano la difesa della monarchia il loro compito principale.
“Sono sicuro che vinceremo, ma non so quando – sostiene Chok Suwanlong, un soldato in congedo – La vittoria arriverà e il governo dovrà dimettersi”.
“Sono preoccupata per le possibili violenze – dice Sa-Nguan, una dimostrante che ha raggiunto Bangkok da Nakhon Si Thammarat, nel sud del Paese – Il governo ha detto che garantirà la sicurezza, ma ho paura che la protesta degeneri in violenza”.
La Thailandia è chiamata al voto il prossimo 2 febbraio, il governo di Yingluck Shinawatra conta di legittimarsi nuovamente con una vittoria alle urne, forte del consenso blindato nel nord-est del Paese. L’opposizione ha annunciato il boicottaggio del voto.