Brasile: emergenza carceri

2014-01-10 40

La legge della giungla regna nelle prigioni brasiliane. A imporla le organizzazioni criminali.
L’orrore quotidiano vissuto all’interno del carcere di
Pedrinhas, nello stato di Maranhao, è esplosa martedì scorso quando il giornale “Il foglio di San Paulo” ha reso pubblico un video con i cadaveri decapitati di tre detenuti, il cui torso era crivellato di colpi d’arma e bruciature.

Il fatto si è consumato lo scorso 17 dicembre in seguito a una rissa tra bande rivali.

Amnesty International ha contato 169 omicidi in questa prigione dal 2007.

Alexandre Ciconello:

“Un esempio di quello che sta succedendo. In tutti gli Stati la situazione è la stessa, abbiamo sovraffolamento, condizioni precarie, rivolte e un sistema di reinserimento inesistente.
Oltre mezzo milione i detenuti, mentre il sistema è in grado di accogliere poco più della metà. Oggi il sistema penitenziario manca di 229 mila posti”.

Ammutinamenti e omicidi di diversi detenuti si sono verificati anche nelle prigioni di Urso Branco, nello Stato di Rondonia e di Bangu à Rio.
La corruzione del sistema carcerario, come la violenza interna fanno poi il resto. L’Onu ha chiesto l’apertura di un’inchiesta per il massacro di Pedrinhas.

Questo sociologo è pessimista sulla reale volontà delle autorità a far luce sulla vicenda una volta che i media non ne parleranno più.

Anderson Silva:
“L’indignazione internazionale che investe il Brasile porta con sè una buona dose di cinismo. La gente fa propaganda, parla a tv e giornali, ma sul funzionamento del sistema giudiziario e il suo controllo al momento opportuno nessuno farà niente.
Non esiste la pena di morte in Brasile. Il che vuol dire che lo stato in cui un detenuto è in carcere è responsabile per la sua vita”.

Lo scorso giovedì, il ministro della Giustizia ha annunciato un piano d’emergenza con 11 misure per affrontare la crisi nelle carceri di Maranhao, che prevede un investimento di 40 milioni e mezzo di euro.

In un cella fatta per 36 persone, scontano la propria pena anche 300 persone. Fanno i turni per sdraiarsi e dormire.