Torna a casa Georges Vandenbeusch, il sacerdote rapito nella notte tra il 13 e il 14 novembre in Camerun, vicino al confine con la Nigeria, e liberato proprio nell’ultimo giorno del 2013.
Il prete era prigioniero, in territorio nigeriano, degli estremisti di Boko Haram.
Ad accoglierlo a Parigi, dove è giunto a bordo di un aereo militare, anche il presidente François Hollande: “Ricorderemo a lungo questo giorno, il primo gennaio 2014. Padre Georges in particolare. Perché è il felice giorno nel quale ritroviamo il nostro compatriota, rimasto prigioniero troppo a lungo, ma di nuovo libero”.
Il sacerdote è stato tenuto legato a un albero per un mese e mezzo e si è lamentato soprattutto della noia: tanto tempo passato senza niente da fare, niente da leggere, nessuno con cui parlare.
“Questi giorni – ha detto – sono sembrati terribilmente lunghi. Il mio pensiero va agli altri ostaggi rimasti prigionieri per tanto tempo e quelli che ancora lo sono. So cosa stanno passando”.
Sono sei i cittadini francesi prigionieri di organizzazioni criminali.
Boko Haram nega di aver ricevuto un riscatto per la liberazione di padre Georges, sostenendo che sia avvenuta “per compassione”..