MUSEO DEI 7 FRATELLI CERVI A GATTATICO (22 DICEMBRE 2013)

2013-12-23 27

Domenica 22 dicembre 2013 con la collaborazione di Radio Popolare di Milano “Abbonaggio partigiano a Casa Cervi” al museo dei sette fratelli Cervi di Gattatico ed al cimitero di Campegine in provincia di Reggio Emilia, Emilia Romagna, Italia. Tra le varie iniziative incontro con Gelindo Cervi, figlio di Gelindo, e con i Sindaci di Campegine (nipote di uno dei Cervi) e Gattatico, oltre all’esibizione di vari gruppi musicali e del poeta spagnolo Alejandro De Luna.
Il Museo Cervi è un'ampia struttura colonica che sorge sui Campi Rossi, un podere di circa 16 ettari collocato nel mezzo della pianura Padana a pochi chilometri dalla via Emilia tra le città di Parma e Reggio Emilia. È un museo della Resistenza e della storia del movimento contadino allestito nella casa dove i Cervi arrivarono nel 1934. L'idea di un museo della Resistenza e della storia del movimento contadino era già presente negli anni ‘60 quando Alcide Cervi, padre dei sette fratelli fucilati dai fascisti all'alba del 28 dicembre 1943, decise di donare al comune di Gattatico ed alla provincia di Reggio Emilia la raccolta dei ricordi e delle testimonianze del sacrificio dei suoi figli. I Cervi erano una numerosa famiglia di contadini mezzadri originari della bassa reggiana. Oltre al padre Alcide e alla madre Genoveffa Cocconi c'erano i sette figli (Gelindo, Antenore, Aldo, Agostino, Ferdinando, Ovidio ed Ettore) e due figlie (Diomira e Caterina). Le figlie si sposarono non appena giunte ai Campi Rossi e come era abitudine delle famiglie contadine se ne andarono per entrare nelle famiglie dei rispettivi sposi. Poverissimi i Cervi erano animati da un forte impulso alla riscossa sociale. Come mezzadri non avevano fissa dimora (il contratto di mezzadria, assai sfavorevole ai contadini, imponeva di cambiare podere ogni anno: il trasloco avveniva a novembre il giorno di S.Martino). Appreso che il podere di Campi Rossi ere in affitto per pochissima spesa decisero di affittarlo e di trasferirvisi. Da allora furono per tutti dei "matti" e delle "teste calde", perché i Campi Rossi erano di fatto impraticabili. Una vera sfida poter vivere e lavorare in quelle condizioni che i Cervi vinsero, perché nel giro di pochissimo tempo resero il podere un modello di agricoltura razionale. Nel 1939 acquistarono un trattore, il primo della zona. Sul piano ideologico i Cervi erano profondamente antifascisti. Alla fine degli anni '20 Aldo venne imprigionato nel carcere di Gaeta per tre anni. Furono anni formativi, poiché lesse di politica, Marx e Gramsci soprattutto. Rientrato estese questa esperienza a tutti gli altri fratelli e presto allestì una biblioteca circolante con i libri che erano proibiti dal regime fascista. Quando le restrizioni alla libertà di azione e di parola si fecero più violente i Cervi iniziarono l'azione di opposizione con atti di sabotaggio agli ammassi imposti dal regime ed alle linee dell'alta tensione che alimentavano le fabbriche Reggiane. WWW.FRATELLICERVI.IT.