Le Nazioni Unite sono estremamente preoccupate per la situazione nel Sud Sudan: dopo la ferma condanna da parte del Segretario Generale Ban Ki Moon per l’attacco ad una base di caschi blu, nella quale sono morti due soldati indiani e un terzo è rimasto ferito, si è riunito il Consiglio di Sicurezza, attualmente presieduto dalla Francia.
Ed è il rappresentante francese a spiegare l’urgenza di una soluzione diplomatica:
“È prima di tutto una crisi politica, con la leadership dell’SPML, il Movimento di Liberazione del Popolo Sudanese, ma oltre alla crisi politica c‘è un deposito di esplosivi che è la questione etnica. E quindi la crisi politica rischia di sfociare in una guerra civile generale, se non la risolviamente velocemente con il dialogo”.
Dagli Stati Uniti parte in queste ore un inviato speciale, l’ambasciatore Donald Booth, mentre sono sul campo alcuni mediatori africani che ieri hanno nuovamente incontrato il Presidente Salva Kiir, di etnia Dinka. È lo scontro politico con l’ex vice-Presidente Riek Machar, di etnia Nuer, ad aver scatenato i massacri, con più di cinquecento morti in pochi giorni. Nell’attacco alla base di Akobo, oltre ai caschi blu, sono rimasti uccisi più di venti civili che vi si erano rifugiati.