Una maggiore cooperazione sì, ma per una vera e propria difesa comune europea i tempi non sono ancora maturi. Il tradizionale consiglio europeo di fine anno si chiude oggi dopo avere suggellato l’intesa sull’unione bancaria – anche se resta lo scoglio dell’Europarlamento – e fatto progressi sulla politica di sicurezza e di difesa.
Ma tra i Ventotto restano divergenze importanti su un tema cui non si dedicava un dibattito specifico da otto anni, fondamentale per l’Unione, come dimostrano le conclusioni del Consiglio europeo. “Con circa un milione e mezzo di posti di lavoro e un volume d’affari di 96 miliardi di euro, questo settore è molto importante per l’economia europea – ha detto il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso -. Ma non solo per l’economia europea, come ben spiegato nelle conclusioni del consiglio europeo dedicate all’argomento”.
D’accordo sul voler procedere verso una collaborazione più stretta e una maggior coesione, i leader europei esprimono però visioni diverse, con il premier britannico David Cameron che frena su ipotetici eserciti europei. “Con contraddizioni nell’interpretazione dei vari stati membri sul come contribuire alla difesa europea – spiega la corrispondente di Euronews da Bruxelles Fariba Mavaddat -, sembra che occorrerà parecchio per raggiungere un fronte unitario su un’Europa più forte militarmente”.