Sono le ultime ore per salutare Mandela: le migliaia di persone in coda allo Union Building di Pretoria, che sperano di riuscire a dare un’occhiata appena al corpo del leader defunto, hanno visto l’affannarsi degli addetti che erigevano la statua gigante di Madiba.
Una statua che verrà svelata lunedì, in seguito alle esequie del simbolo della lotta all’apartheid, deceduto giovedì scorso a novantacinque anni d’età.
Un’eredità, una lotta che va portata avanti per le persone che si stanno recando a render tributo al leader scomparso:
“Le mie preoccupazioni, soprattutto perle comunità, riguardano la parola xenofobia. Mi preoccupa perché è qualcosa che è iniziato quando Mandela era in vita, e se si riuscisse a cancellare quella parola, penso che sparirebbero anche molte preoccupazioni”.
“Penso che i sudafricani abbiano bisogno di lavorare insieme per fare un Paese migliore. Non mi piace pensare alle cose negative e agli scenari peggiori, anche se so che è forse quello pensano all’estero, e molta gente anche qui, ma penso che dobbiamo guardare al futuro”.
Nel futuro immediato ci sono le esequie di domenica: le spoglie di Mandela verranno trasportate nel villaggio d’origine, a Qunu, dove l’inumazione avverrà in forma strettamente privata. In parallello, nella residenza di Mandela e in mondovisione, si terrà un’altra cerimonia, con la partecipazione di oltre cinquemila persone.