Filo spinato, barricate, mazze per fare Lenin a pezzi. A Kiev i manifestanti si preparano per una giornata di lotta contro le forze dell’ordine ed ereggono delle transenne attorno agli edifici delle istituzioni per inaugurare una settimana di ostruzionismo contro le attività del governo. Intanto ultranazionalisti ucraini ed europeisti convinti danzano fianco a fianco sul piedistallo che fino a ieri reggeva la statua di Lenin.
“L’avremmo potuto fare in maniera più civile, collocando la statua gentilmente in un museo come monumento storico” dice un manifestante. “Quel che è successo è la fine del comunismo, ma non ci hanno lasciato la possibilità di farlo con gentilezza perchè ammiccano al passato. Quindi oggi il solo modo per abbattere il simbolo era questo”.
Un’atmosfera da caduta del muro di Berlino quella che aleggia nelle notti ucraine. Ma resta da vedere se abbattere un marmo di Vladimir Ilitch sarà sufficiente a far cadere un Viktor Yanukovich.
Il nostro corrispondente a Kiev Sergio Cantone: “L’abbattimento della statua di Lenin a Kiev è un gesto controverso per molti ucraini ma comunque un simbolismo molto forte. Una pagina di storia che cambia perchè per molti ucraini questa statua, nel boulevard Chevchenko, nel centro di Kiev, rappresentava il simbolo di un potere che non vorrebbero vedere tornare. Insomma è quel simbolo della vecchia Unione Sovietica che per molti ucraini dovrebbe essere del tutto finita”.