Quanti sono a sostenere l’esecutivo ucraino nella sua scelta di guardare a Mosca allontanandosi da Bruxelles? A guardare le migliaia di giovani che hanno sciamato nel centro della capitale Kiev, in queste ore in cui si tiene il summit europeo di Vilnius in Lituania se gli europeisti sono una minoranza appaiono quantomeno come una minoranza rumorosa.
I giovani non sembrano entusiasti delle scelte della politica e si dicono molto più occidentali dei propri governanti.
“Chiediamo una cosa sola: che si firmi l’accordo con l’Unione europea. Abbiamo sempre una speranza. L’abbiamo avuta quando combattevamo contro i bolscevichi, quando i nazisti ci bombardavano, quando venimmo separati dall’Unione sovietica. Ci sarà sempre una speranza”, dice un manifestante.
Aggiunge un altro: “La nostra storia è legata a quella europea. Il nostro futuro non è in Asia. È in Europa”.
Il gelo non è solo in strada, ma anche fra la politica e molte persone.
Due opinioni inconciliabili: quella della piazza e quella del palazzo. “L’esecutivo ha già detto che il partenariato con Bruxelles non sarà firmato, ma i manifestanti non mollano” dice la nostra corrispondente, “e si aspettano addirittura che qualcosa possa cambiare nell’ultimo giorno del summit di Vilnius. Per questo hanno detto che resteranno in strada anche questo venerdì”.