Silvio Berlusconi non lascia la politica, e questa pare essere l’unica certezza dopo il voto con cui il Senato lo ha espulso per sei anni dalle aule parlamentari.
Il giorno dopo si è aperto senza ulteriori commenti da parte sua, una sorta di pausa di riflessione che sembra concedersi anche il Paese: non c‘è quasi fragore di battaglia, oggi, ci sono piuttosto i toni sospesi delle domande. Sui giornali e per strada si affollano dubbi e previsioni, e c‘è chi ha un’opinione e la esprime, chi ancora non ce l’ha o non la dice:
“È tutto normale, penso. È stata applicata la legge, o almeno è quello che si dice in giro, mi pare”
“Sicuramente è un punto di svolta. Al di là di quelle che possono essere le nuove formazioni politiche che si stanno affacciando nel panorama della nostra politica italiana, comunque sia, è una fine ma può essere anche un inizio”.
È in Senato che le tensioni non sono ancora scese: evidenti ieri durante la votazione, si sono ripetute in mattinata, con il forzista Bondi che ha lasciato l’aula per protesta, e si è sfiorato lo scontro fisico. Fuori dall’aula si è aperto un dibattito tra le forze di governo, sulla revisione del programma e sull’eventuale apertura di una fase di riforme, e anche in seno al PD il tema è: come chiudere il ventennio.