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«Siamo pronti alla morte» esordisce così Silvio Berlusconi nel suo comizio davanti ai manifestanti venuti a sostenerlo nel giorno della sua decadenza da senatore. Un comizio battagliero concluso con un pianto sul palco: «Sono commosso da questo affetto» ha detto ai manifestanti. «Questo è un giorno amaro» ha detto parlando ancora prima che l'aula si pronunciasse. All'inizio ha provato a scherzare: «Il Senato di sinistra con il suo potere ha ordinato al tempo di fare freddo», ma l'atmosfera è cupa. Così si comincia con le accuse durissime alla magistratura: «Credeva di aprire la strada al governo della sinistra, poi siamo scesi in campo noi! Questa è una manifestazione legittima e pacifica, perché noi non viviamo nell'invidia e nell'odio come loro». E agli avversari politici: «Hanno calpestato la legge per arrivare alla decadenza. E' un giorno che avevano aspettato da vent'anni e sono euforici. Ma noi siamo qui». La sentenza «grida vendetta davanti a Dio e agli uomini! Hanno calpestato la legge per farmi decadere. È basata su teoremi e congetture».