Non chiamatelo ramake. Il 5 dicembre arriva in Italia Oldboy, il nuovo film di Spike Lee. Il regista statunitense ha rielaborato il materiale di una pellicola coreana del 2003 e anche il titolo è rimasto lo stesso.
Per Spike Lee però si tratta di una sua interpretazione e non di un rifacimento. Dopo Red Hook Summer – mai giunto in Italia – e Miracolo a Sant’Anna, il regista torna dunque al thriller, genere in cui si era già misurato con Inside man nel 2006. “Non è un remake – sostiene – È una reinterpretazione. La differenza è grande: è il nostro film, non è Oldboy”.
Oldboy racconta la storia di Joe Doucette, un uomo che senza alcuna ragione apparente, viene rapito e tenuto in ostaggio per vent’anni. Al momento del suo inaspettato rilascio, inizia una missione per scoprire chi lo ha imprigionato, anche se quel che emergerà è che il vero mistero è il motivo della sua liberazione. Il protagonista, Josh Brolin, ammette di essere innamorato della versione originale.
“Sono un grande fan, ma non è questo il motivo per cui ho fatto il film , non a causa del film originale o per l’idea di farne uno altrettanto buono, o migliore del precedente – spiega Brolin – Mi piaceva la storia, mi piaceva l’idea di lavorare con Spike ed era un desiderio reciproco. Ci conosciamo da, non so, quattro anni o qualcosa in più , e mi piaceva l’idea. È stata un’esperienza estrema per entrambi”.
Il film originale, vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes nel 2004, è già leggenda per le sue scene di arti marziali, una sfida che Spike Lee ha voluto affrontare senza glorificare la violenza.
“Non c‘è una sola pistola nel film. E questo mi piace – ricorda il regista che diresse Fa’ la Cosa Giusta – Abbiamo fatto molta attenzione a non ritrarre mai la violenza. Inoltre, non volevamo che fosse un cartone animato, ma allo stesso tempo abbiamo anche cercato di non rifuggire da questa idea”.
Oldboy debutta nelle sale degli Stati Uniti questo 27 novembre. In Italia è atteso il 5 dicembre.