È un bilancio all’insegna dell’austerity più soffocante quello approvato dal Parlamento portoghese mentre fuori infuriano le proteste. Con 132 voti a favore la maggioranza di centro-destra ha dato il via libera alla manovra per il 2014.
Inutile il “no” dell’opposizione, con il Partito Comunista che si è scagliato contro il previsto aumento dell’Iva al 23% per i ristoranti.
“Ciò che vediamo in questi giorni – ha detto Bruno Dias – è una situazione economica e finanziaria disperata per migliaia di piccole imprese e micro imprenditori della ristorazione che questi signori hanno deciso di condannare ancora una volta nel bilancio del 2014”.
Aumenti dell’Iva sono previsti in tanti settori, a partire da quello energetico. Ma a suscitare le maggiori proteste (arrivate fin sugli spalti dell’aula) è il capitolo tagli.
“La diminuzione delle spese per prestazioni sociali e personale è inevitabile – si è difeso il ministro delle Finanze Maria Luís Albuquerque – dal momento che rappresentano, insieme, il 70% del totale della spesa pubblica”.
Il testo approvato prevede risparmi per 3,9 miliardi di euro, necessari per raggiungere un disavanzo del 4% in rapporto al Pil. Saranno interessati tutti i salari pubblici tra i 675 e i 2.500 euro mensili, con il taglio in busta paga che potrà toccare aliquote anche del 12%.
Circa 600mila i dipendenti pubblici coinvolti, con il governo che conta sui 168 milioni di euro di entrate straordinarie per finanziare un contestato programma di partnership con le imprese private.
Capitolo a parte, il sistema pensionistico: l’età di accesso è stata alzata a 66 anni e ora la Corte Costituzionale ha tempo fino al 20 di dicembre per approvare l’adeguamento degli assegni al settore privato.