Due anni ancora alla guida della SPD, ma quello incassato da Sigmar Gabriel al Congresso di Lipsia è un mandato con meno entusiasmo del solito: il segretario socialdemocratico è stato rieletto con l’83,6% dei consensi dai 600 delegati, ma nel 2009 e nel 2011 aveva sempre superato il 90%.
È un reincarico che segue la sconfitta elettorale ma precede il probabile governo di coalizione.
La SPD, dice Sigmar Gabriel, “non è riuscita a convincere gli elettori sulla sua specialità, la giustizia sociale”. “E quindi – aggiunge – questa coalizione, se diverrà realtà e sarà approvata dalla base, dovrà essere intesa come una coalizione limitata e caratterizzata da una sobria razionalità”.
Lo stesso Gabriel – che dice di volere la Grande Coalizione ma anche il dialogo con l’estrema sinistra – sarà probabilmente vicecancelliere, oltre ad avere un ministero di peso nell’esecutivo ancora una volta guidato da Angela Merkel. La cancelliera cristiano-democratica ha già avviato i colloqui di coalizione, dai quali è immediatamente emersa la conferma del “no” tedesco alla condivisione del debito in Europa: niente Eurobond.