Nei villaggi rurali dell’isola di Cebu arrivano i primi aiuti, quasi una settimana dopo il passaggio devastante del tifone Haiyan. In centinaia si sono messi in coda nella municipalità di Tabogon per ricevere cibo e acqua da parte delle organizzazioni internazionali.
A Tacloban invece gli aiuti restano accatastati all’aeroporto. Mancano camion e benzina, l’accesso ai villaggi è difficile, come spiega un membro di una squadra di soccorso ungherese.
“Arriva un aereo ogni quindici minuti, i soldati scaricano il materiale velocemente”, racconta Csaba Lukács. “Il problema qui fondamentalmente è che non c‘è benzina per cui è impossibile trasportare gli aiuti in città e consegnarli alla popolazione.
Coloro che hanno raggiunto l’aeroporto, a una decina di chilometri dalla città, possono ottenere quello di cui hanno bisogno. Il team ungherese, come gli altri, fa quanto è possibile”
“Lasciando l’aeroporto, dopo un centinaio di metri abbiamo visto dei cadaveri che giacciono a terra, ai bordi della strada principale, scoperti. Due o tre corpi raccolti in un unico sacco giacevano sulle panche della fermata dell’autobus. Le autorità hanno cominciato a recuperare i morti oggi, ma solo dalle strade principali. Nessuno sa quanti cadaveri ci siano in campagna, nei villaggi più lontani”.
Le autorità di Tacloban hanno iniziato a trasportare i primi cadaveri verso le fosse comuni.