La popolazione delle Filippine è allo stremo. La salvezza è prendere un aereo per fuggire dal dopo Haiyan, il tifone che ha portando distruzione e morte in 9 regioni del Paese. All’aeroporto di Tacloban in fila per giorni interi ci sono mamme e bambini, sono in centinaia le persone accalcate per potersi assicurare un volo verso Manila. Ma non c‘è posto per tutti. Le stime parlano di 673 mila sfollati tra i quali cresce la disperazione a causa del ritardo nell’arrivo degli aiuti alimentari.
‘‘Non abbiamo ricevuto nulla, neanche una manciata di farina’‘ – si sfoga una giovane donna in attesa di partire. ‘‘Cosa stanno aspettando per fare qualcosa? Che moriamo tutti?’‘
Lo scalo di Tacloban ha una sola pista ed è il centro delle operazioni di soccorso. Non ci sono strade e camion, il trasporto dei generi di prima necessità da qui alle altre aree è un’impresa. Per garantire l’ordine sono scese, intanto, in campo le forze armate filippine, dall’esercito fino agli ausiliari civili. La fame continua a spingere ai saccheggi dei pochi negozi e dei depositi rimasti in piedi, furti per necessità che finiscono spesso in scontri armati con la polizia.