Nessun accordo a Ginevra sul nucleare iraniano, ma tutti parlano di passi avanti: Catherine Ashton e Mohammad Javad Zarif, i capi della diplomazia europea ed iraniana, si sono presentati nottetempo davanti ai giornalisti per confermare il quasi nulla di fatto e rimandare tutto a una ripresa dei negoziati il 20 novembre. Il Ministro iraniano mantiene la calma:
“Era naturale che, iniziando a discutere dei dettagli, sarebbero emerse le differenze di punti di vista, ce lo aspettavamo. Non sono deluso perché è stato un buon vertice e penso che siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda, e questo è importante perché ci dà lo slancio per andare avanti al prossimo incontro”.
Un accordo che sembrava a portata di mano, e si era anche diffusa la speranza di una firma in serata. Non è andata così, ma anche il Segretario di Stato americano vede il bicchiere mezzo pieno:
“Per me non c‘è alcun dubbio sul fatto che siamo più vicini ora, lasciando Ginevra, di quanto non lo fossimo arrivando. E nemmeno ho dubbi sul fatto che, lavorando bene e con buona volontà nelle prossime settimane, si possa raggiungere l’obiettivo”
Le voci di corridoio, anche le più accreditate, dicono che a far saltare l’accordo sia stata la Francia. Fonti iraniane accusano il ministro francese Fabius di aver ripetuto un po’ troppo pedissequamente le argomentazioni di Israele contro l’accordo.
L’inviata di Euronews, riferendosi anche alla decisione di giungere in primis a un accordo provvisorio per poi spianare la strada a un compromesso definitivo, sottolinea le conquiste in fatto di metodo:
“Da questi tre giorni di colloqui sembra esser uscita una sorta di comprensione generale del metodo da usare per i futuri negoziati, per raggiungere lo scopo in modo rapido ed efficace. Trovare un compromesso duraturo, però, richiederà tempi più lunghi”