Gli attivisti della Fratellanza musulmana si sono dati appuntamento davanti alla corte per manifestare sostegno a Mohamed Morsi e scandire slogan contro quello che definiscono un regime militare.
Oltre ai simpatizzanti del deposto presidente, anche alcuni assistenti legali della difesa, che dicono di non essere riusciti a entrare a causa dell’apparato di sicurezza: “Siamo qui fuori da ore, e ci hanno impedito di entrare utilizzando dei trucchi”, afferma Mohammed Abedalfatah, che aggiunge: “All’ultimo minuto hanno deciso di cambiare la sede del processo, in circostanze poco chiare: tutto questo è ingiusto”.
“Con questo processo, non stanno giudicando solamente un uomo, ma il popolo che lo ha votato – afferma un manifestante – Non si giudica un uomo che ha governato soltanto per dieci mesi”.
I sostenitori di Morsi se la sono presa anche con i giornalisti di alcune testate accusate di appoggiare i militari, autori del colpo di stato del 3 luglio scorso.
L’inviato di euronews, Mohammed Shaikhibrahim, afferma che, per gli egiziani, “questo è il secondo processo più importante del secolo e si svolge tra misure di sicurezza senza precedenti. Rabbia e incredulità si alternano sui volti dei sostenitori del deposto capo dello stato, considerato da loro come l’unica fonte di potere legittima”.
Ventimila agenti di polizia e militari sono stati dispiegati nei quartieri più caldi della capitale egiziana per contenere eventuali disordini, che sono stati piuttosto limitati. Qualche scontro è avvenuto nel centro del Cairo tra simpatizzanti e detrattori di Morsi, separati dalle forze dell’ordine con il lancio di gas lacrimogeni.