ANZIANI E FARMACI GENERICI, LA CORRETTA PRESCRIZIONE-INTERVISTA PROF. FUMAGALLI, FIRENZE

2013-11-04 22

Intervista al prof. Stefano Fumagalli, S.O.D. di Cardiologia e Medicina Geriatrica, AOU Careggi, Firenze.
L’uso dei farmaci generici in età avanzata è di grandissima attualità. Va considerata per prima cosa la bioequivalenza, perché gli organismi cambiano con l’età, si invecchia, si diventa più suscettibili e cambiano le funzioni respiratorie, cardiovascolari, renali, epatiche. Proprio relativamente a fegato e rene bisogna star attenti quando si parla di farmaci, perchè con il tempo la funzione renale diminuisce. Pazienti che pian piano invecchiano quindi hanno una percentuale di insufficienza renale progressivamente maggiore. Se prendiamo come parametro quanto si depura il sangue per unità di tempo abbiamo 90 millilitri al minuto nei giovani. Poi diventano circa 65 in età avanzata quindi si perde già un 15% nella capacità di eliminare i farmaci. Lo stesso accade per il fegato, tanto che la sua potenza si riduce del 40% negli anziani. Ciò espone a problemi per alcuni farmaci. Questo ci fa capire che stando attenti a questo 20% in più o in meno della bioequivalenza ci potrebbero esser pericolosi accumuli o poca concentrazione di farmaco, tenendo sempre conto della sicurezza del paziente. A un certo punto il numero di effetti collaterali aumenta esponenzialmente al numero delle prescrizioni, quindi dobbiamo esser sicuri di ciò che viene prescritto. Altro punto importante è la compliance, cioè star attenti che i farmaci siano assunti nel modo giusto, posologia giusta e tempi giusti quindi che ci sia attenzione a come semplicemente nei blister siano indicati i giorni della settimana, le ore del giorno. Spesso però al pronto soccorso ci sono pazienti vittime di un problema di assunzione con effetti collaterali gravi. La prescrizione e l’attenzione, quindi, sono quanto mai importanti quando si tratta di attuarlo in soggetti con un equilibrio ridotto.