“La fine del sostegno ai terroristi sarà la soluzione del conflitto in Siria”, così Bashar al Assad, nel ricevere Lakhdar Brahimi l’inviato speciale di Onu e Lega Araba giunto a Damasco.
Assad respinge ogni interferenza straniera, un messaggio ribadito in vista della conferenza di Pace sulla Siria Ginevra 2, sponsorizzata da Stati Uniti e Russia, per cercare di mettere fine ad un conflitto che ha già causato 115 mila morti e migliaia di rifugiati.
Quasi duemila persone martedì hanno lasciato la città di Moadamiye, alle porte di Damasco, approfittando del cessate il fuoco, frutto di uno dei rari accordi tra forze governative e ribelli. Circa 12 mila persone restano ancora prigioniere della città, dove scarseggia acqua, cibo e medicine, secondo quanto reso noto dall’opposizione. Si tratta del terzo piano di evacuazione che interessa l’area. La drammatica crisi umanitaria in cui versa la popolazione ha indotto la diplomazia internazionale ad aumentare la pressione diplomatica, perché vengano aperti corridoi per permettere l’arrivo degli aiuti.