Recitazione di Gaetano Marino.
Pubblicato in data 26/apr/2013
In una spiaggia che finalmente ritorna alla normale ed educata accessibilità, in un desolato cimitero di bar, chioschi e balere, abbandonati alla furia del Maestrale, ecco una lettera in poesia alla memoria di quelle notti che nel bene e nel peggio si sono spese e sperse al Poetto di Cagliari
di e con Gaetano Marino - musiche TH26 - Corrado Altieri
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VE NE SAREMO ETERNAMENTE GRATI!!!
Un portone stanco
tra i suoi adorabili tarli
e le sue battaglie sfinite
dimora solitario
Doma i suoi ginocchi
rugginosi
sorpreso al gelo
sabbioso
nell’abbandonare
le trascurate sere
Ti vedo come rifugio
da sempre
di nervi e di ossa
trascorse
Proteggi In quel giardino
che sa di mare
Affollato di Tassi e Sileni
Una vela al vento
maestro
appare trascinata
nelle pieghe
come un ricordo
caduto per caso
e ricamato
di perle sbiadite
Tutto appare muto
a chi dissolve
mentre al divorato
dall’abbandono
si agitano le spoglie
vuote
Ora vedo il cielo
imbiancare
Ora vedo l’arida
erba cattiva
ma la veglia dei sordi
non vedo
Angeli dell’inferno
irrequieti
Abbandonati
nelle nostre parole
Possano loro
donare il ritorno
Ma poi... si cade
e si cade ancora
Ma poi... si cade
e si cade ancora