poesia di Maria Grazia Vai e Paolo Amoruso;
tratta dalla silloge " Aldebaran" Edizioni Rupe Mutevole 2013;
Regia e montaggio video Maria Grazia Vai;
Recitazione Francesco Cusani;
Musica: "Antichi tiepidi piaceri" di Livio Guerra;
Mi colorasti
sulla nuca solcata di marzo
mentre diluviava la voce del bacio
cercandoci le parole tra cespuglio
di stelle, e solfeggi di una mezzanotte
che ci ha disegnato amanti, nel cosmo
recondito del sogno sempre fertile
della vita.
Fossi violino di un sorriso
dipingerei l'inquieto vivere del vento
e un bacio che non invecchia
nonostante gl'inverni nascano precoci,
quel fiato senza giorni che ancora
scorre i miei sanguinamenti
Dove tu arrivi per altre stanze, dagli
odori fuori posto degli stessi giorni,
solo per crescere intorno a qualcosa
ch'è già tuo, nel letto sempre disfatto
dei nostri anni. Di ginestra in ginestra,
in ogni stella e primavera.
E mentre ora il cielo s'apre
lasciando colare un silenzio rabbioso
tu, partendo dalle tasche della felicità
m'innalzi la voce, che torna ad amare
indossandoti
e con l'altra mano, esserti. Esistendoti