Paolo Amoruso - Asfalti

2013-08-11 8

Poesia di Paolo Amoruso e Maria Grazia Vai;
Recitazione di Gianluca Regondi;
sulle note di "La presenza della tua assenza"
di Stefano Ottomano;

Cercami,
dove il tempo si ferma e la terra trema
come il fango sulle braccia di rotaie paralizzate,
dove arriva la luce a scartare l'ultimo sospiro
e poi ogni espressione si concede all'urlo cieco
di un affanno che sanguina, ma che non smette
di correre.

Quel tempo ch'eravamo,
quando ancora il tempo sedeva nell'incavo della tua bocca
In cerca di un respiro, come fosse un giorno fuori posto
trattenuto tra le grandi maglie di un temporale
che non smette -rincorrendoci,
di piovere

Quel silenzio d'autunno,
che si spezza a mezz'aria come un ramo di foglia
Evanescente, e come nebbia sul fiume
riflette la vita che si schiude
laddove lo sguardo si sofferma
ad ascoltare le ragioni brevi degli stessi errori

Cerami,
ogni volta che un pensiero -come un cancello rotto,
sbatte tra le costole o l'innesto selvatico del tempo
quello che ritorna dal bosco alle radici
e come un fremito risveglia le caviglie
della sera

Mi troverai
tra la pioggia che affiora dai prati.
Sul greto di una stanza che alle volte sanguina
ma che non smette di ascoltare
i rumori del cielo, del silenzio

e dell'asfalto.